Raffaele Palmirotta, Maria Carmina Manzorra, Andrea Di Giuseppe, Stefano Lucia Giaffreda e Sergio Pede
Riassunto
I test sierologici rapidi IgG/IgM COVID-19 sono test immunologici qualitativi basati sulla identificazione di anticorpi IgG e IgM specifici per il Coronavirus 2019.
Al momento attuale, non risultano avere utilità operativa nell’attivita diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2. Viceversa questi test risultano molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale.
In questo contesto conoscitivo, nel period 5-16 maggio 2020, nella Struttura Sanitaria Apulia Genetics di Mesagne, è stato realizzato un Percorso di screening promosso dalla Fondazione San Giorgio e finalizzato alla valutazione epidemiologica della circolazione del COVID-19 nel Territorio provinciale di Brindisi, anticipando la Disposizione del Diparti mento promozione della salute, del benessere e dello sport della Regione Puglia che disciplina i “Percorsi di screening regionale mediante utilizzo di test sierologici per il monitoraggio e controllo dell’infezione da SARS-CoV-2” del 20 maggio 2020.
L’iniziativa ha consentito l’arruolamento e la valutazione, con due tipi di test sierologici, di 960 soggetti residenti nella provincia di Brindisi, di cui 515 uomini (53.6%) e 445 donne (46.4%), con età media di 45 anni (range 4-83). I soggetti risultati positivi sono stati 65 pari al 6.8% del totale, di cui
27 uomini (5.2%) e 38 donne (8.5%). I soggetti positivi alle IgG sono stati 2 (0.2%), quelli positivi alle IgM 22 (2.3%) mentre i soggetti IgM ed IgG positivi sono stati 41 (4.3%).
L’analisi di sensibilità e di specificità dei dati ot tenuti ha evidenziato:
- la sostanziale appropriatezza dei test sierologici utilizzati nella implementazione del Percorso
- l’utilità dei test sierologici SARs-CoV-2 rapidi eseguiti su sangue capillare come strumento di screening massivo per il controllo della circolazione pandemica
- l’importanza della tempestività nell’ attivazione dei Percorsi di Screening.
lntroduzione
I test sierologici rapidi lgG/IgM COVID-19 sono test immunologici qualitativi basati sulla identificazione di anticorpi IgG e IgM specifici per il SARs-CoV-2 in campioni di sangue intero, siero o plasma.
Con un prelievo capillare attraverso la puntura del polpastrello è possibile rilevare, entro 10-20 minuti, l’eventuale presenza di anticorpi anticoronavirus nelle due tipologie: immunoglobuline M, che marcano la risposta immunitaria precoce, e immunoglobuline G, che marcano la risposta immunitaria successive.
Al momento attuale le evidenze scientifiche indicano che gli anticorpi cominciano a formarsi dopo circa 3 settimane dall’esposizione primaria all’antigene e dopo circa 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi (Figura 1).
Quindi, il rilevamento di anticorpi IgM tende a indicare una recente esposizione a SARS-CoV-2 e rivela che l’infezione virale è in corso, con una riduzione del titolo all’incirca alla fine della sesta settimana dall’insorgenza dei sintomi e dopo 8 settimane dal contatto con l’agente virale.
Il rilevamento di anticorpi IgG COVID-19 indica l’esposizione pregressa al virus e, anche se ad oggi non definitivamente dimostrato, la protezione del soggetto nel caso ne venga nuovamente a contatto.

I risultati degli esami possono configurare diverse condizioni così come viene riassunto nella Tabella 1.
Da notare che un risultato negativo in qualsiasi momento non esclude la possibilità dell’infezione da
2019-nCOV e che gli studi effettuati fino ad ora non hanno individuato per quanto tempo gli anticorpi lgG permangono nell’organismo contagiato. Con questi dati di conoscenza i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, al momento attuale, non risultano avere utilità operativa nell’attività diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2, così come precisato dalla specifica Circolare del Ministero della Salute-09/05/2020.
In particolare, non possono sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS. Viceversa questi test risultano molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. In questo contesto concettuale si inserisce un elemento gestionale contenuto in una Disposizione del Dipartimento promozione della salute, del benessere e dello sport della Regione Puglia che disciplina i “Percorsi di screening regionale mediante utilizzo di test sierologici per il monitoraggio e controllo dell’infezione da SARS-CoV-2“.
La disposizione e stata emanata il 20 maggi 2020 e, tra le altre prevede che l’accesso al percorso di screening sia possibile su iniziativa del Dipartimento di Prevenzione-SPESAL.
Prima di questa disposizione, nel periodo 5-16 maggio 2020, nella Struttura Sanitaria Apulia Genetics di Mesagne, e stato realizzato un Percorso di screening promosso dalla Fondazione San Giorgio e finalizzato alla valutazione epidemiologica della circolazione del COVID-19 nel Territorio provinciale di Brindisi, così come successivamente previsto dalla suddetta disposizione regionale.
Materiali e metodi
Per I’esecuzione degli esami sierologici sono stati acquisiti due sistemi di valutazione, entrambi con marchio CE-IVD. Il primo kit, NADAL (Nal VonMinden) è un test immuno-cromatografico per la rivelazione qualitativa delle lgG e lgM anti-SARSCoV-2 tramite sangue intero, siero o plasma con una sensibilità dell’86,8% e specificità del 98.6%.
Il secondo Sistema, WIZ BIOTECH (Xiamen Wiz Biotech Co.), è un test immunologico qualitativo, basato su membrana, per rivelazione di anticorpi anti-SARS-CoV-2 su sangue intero, plasma o siero, caratterizzato dal fatto che, durante l’esecuzione del test, il campione reagisce con particelle antigeniche SARS-CoV-2 immobilizzate sulla striscia reattiva e con sensibilità e specificità rispettivamente del 92,08 % e 97,89%.
L’accesso alla procedura si è articolato nelle seguenti fasi:
- Prenotazione telefonica
- Accoglienza
- Accettazione
- Erogazione
- Refertazione.
L’adesione al Percorso di screening e avvenuta su base volontaristica.
In fase di prenotazione telefonica i soggetti che hanno aderito all’iniziativa, hanno attestato l’idoneità del proprio stato di salute per l’accesso alla Struttura e hanno fornito un consenso preliminare al trattamento dei dati personali.

Nella fase di accesso alla Struttura ogni singolo soggetto e stato sottoposto al “Triage” con rilevazione della temperatura corporea tramite termoscanner (Nuvita) e valutazione della saturazione di ossigeno del sangue mediante pulsossimetro palmare (Edan Hl00B).
I test sono stati condotti dal/i Tecnico/i di Laboratorio di Genetica secondo il protocollo fornito insieme al kit di screening. Sono stati eseguiti con l’ausilio di un ago pungi-dito monouso che ha permesso di prelevare, con una apposita pipetta monouso, una goccia di sangue capillare, che è stata poi depositata sullo stick (o saponetta) con successiva aggiunta di due gocce di soluzione buffer.
Una procedura alternativa è consistita nel provvedere al prelievo di sangue venoso in una provetta da emocromo da 3 ml, con successiva separazione del siero o plasma, da cui, con l’ausilio della pipetta monouso, è stata prelevata una goccia di siero o plasma, che è stata depositata nel “sample holder” dello stick, con successiva aggiunta delle due gocce di buffer.
Sullo stick, una volta completata la procedura di prelievo e deposizione, è stata apposta l’etichettatura identificativa del paziente (rilasciata in sede di triage), con l’annotazione dell’orario di deposizione della goccia di sangue intero/siero, finalizzata a conteggiare i 10 minuti utili alla valutazione del risultato.
In tutti i casi di positività il test è stato ripetuto con il kit alternativo, in maniera tale che ogni caso positivo venisse sempre valutato con i due kit acquisiti dal Laboratorio.
Il risultato è stato interpretato e sottoscritto dal Medico Responsabile e consegnato al soggetto con l’indicazione di trasmetterlo al proprio Medico di Medicina Generale per eventuali, successivi adempimenti.
L’appropriatezza gestionale del Percorso di screening è stata garantita dalla implementazione di tutte le misure di igienizzazione e sanificazione previste dalle specifiche normative per gli Utenti, gli Operatori e gli ambienti.
Risultati
Nel periodo 5-16 maggio 2020 si sono sottoposti ai test sierologici 960 soggetti residenti nella provincia di Brindisi, di cui 515 uomini (53.6%) e 445 donne (46.4%), con età media di 45 anni (range 4-83). I soggetti risultati positivi sono stati 65 pari al 6.8% del totale, di cui 27 uomini (5.2%) e 38 donne (8.5%).
I soggetti positivi alle IgG sono stati 2 (0.2%), quelli positivi alle IgM 22 (2.3%) mentre i soggetti IgM ed IgG positivi sono stati 41 (4.3%) (Tabella 2, Figura 2).

Discussione e conclusioni
Il campione di soggetti afferenti a questo progetto di monitoraggio della situazione pandemica nella provincia di Brindisi, mette in evidenza la presenza effettiva di individui venuti a contatto con il SARsCoV-2 precedentemente alla data del 4 Maggio, data di attuazione della “FASE 2” avviata con il DPCM del 26 Aprile 2020.
Il dato rilevante e l’individuazione, nel campionamento di 960 soggetti, di 65 risultati positivi che assommano ad una frequenza del 6.8%.
Così come precedentemente specificato, i test sierologici utilizzati forniscono una certificazione che attesta una sensibilità ed una specificità rispettivamente di circa il 90% ed il 97%, da cui deriva la possibilità di un margine di errore.
Come è noto, la sensibilità di un test è data dalla proporzione dei soggetti realmente affetti da una patologia e positivi al test (veri positivi) rispetto all’intera popolazione dei malati.

Un test molto sensibile, in definitiva, ci consente di limitare la possibilità che un soggetto affetto risulti negativo al test. Quindi un test sarà tanto più sensibile quanto piu bassa risulterà la quota dei falsi negativi (cioè di soggetti malati erroneamente identificati dal test come sani).
Di conseguenza, considerando una sensibilità media dei kit analizzati di ~90%, in questo studio potrebbe essere stato registrato circa il 10% di falsi negativi.
È altrettanto noto che la specificità di un test è la capacità del test di identificare i soggetti che non presentano la malattia e corrisponde alla proporzione di soggetti realmente sani che sono identificati come tali dal test. Quindi se un test ha un’ottima specificità, allora è basso il rischio di falsi positivi, cioè di soggetti che pur presentando valori anomali non sono affetti dalla patologia che si sta ricercando.
Di conseguenza considerando una specificità me dia dei kit analizzati di ~97%, in questo studio po trebbe essere stato registrato circa il 3% di falsi positivi. L’insieme di questi dati, i primi relativi al Territorio provinciale di Brindisi, evidenzia:
- la sostanziale appropriatezza dei test sierologici utilizzati nella implementazione del Percorso
- l’utilità dei test sierologici SARs-CoV-2 rapidi eseguiti su sangue capillare come strumento di screening massivo per il controllo della circolazione pandemica
- l’importanza della tempestività nella attivazione dei Percorsi di screening.
Bibliografia
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Segnalazione
La gestione dei pazienti in remoto: imparare dalle necessità
Bruno Oliva, Giorgio Oliva, Stefania Tagliente.
La recente pandemia da coronavirus e le misure di contenimento del contagio hanno sconvolto tutte le attività e i servizi a cui eravamo abituati. Le attività mediche non adibite alla cura dei malati da COVID-19, si sono trovate di fronte a decisioni importanti, difficili da standardizzare.
Gli albi professionali hanno richiesto, per porer limitare lo spostamento dei pazienti, che le visite e le procedure diagnostico-terapeutiche fossero limitate a casi non rinviabili o ad effettive emergenze.
A questo punto i medici si sono trovati di fronte alla necessità di decidere per ogni paziente quale fosse il rischio minore. In odontoiatria alcune terapie richiedono lunghi tempi per essere portate a termine. Le terapie ortodontiche, che hanno l’obiettivo di correggere le malocclusioni dento-scheletriche, sono comunemente terapie di lunga durata (anche due o tre anni).
1 Medico, professore a contratto in Metodologia della ricerca,
C.d.L. Odontiatria, Universita di Brescia, e in Ortognato donzia: terapia fissa, Scuola di specializzazione in Ortogna-todonzia, Universita Cattolica, Roma.
2 Odontoiatra, specialista in Ortognatodonzia.
3 Odontoiatra.